Sibelius e Verdi (Luigi).2

Sibelius e Verdi (Luigi).2
di Luigi Verdi

Ci fu un periodo negli anni Settanta che divenni collezionista di dischi 33 giri di musica classica. I dischi erano però piuttosto costosi e cercavo di risparmiare andando alla ricerca di ‘occasioni’. Se ne trovavano spesso nei negozi Remainders, ad esempio in Piazza San Silvestro a Roma, ma anche altrove, in grandi magazzini a prezzi popolari. Sotto la casa di nonna in via XX Settembre 98 G, nel seminterrato c’era un negozio di pianoforti gestito da un pittoresco personaggio sempre elegantissimo con i capelli lunghi e bianchi; poco in là c’era il CIM (Consorzio Italiano Manufatti), uno dei primi grandi magazzini (era stato inaugurato nel 1941) che allora sembrava grandissimo. Si trovava in uno stabile chiamato palazzo di vetro: era considerato opera significativa dell’architetto Fabio Dinelli e del razionalismo capitolino. Il CIM fu poi chiuso anni dopo e al suo posto fu eretta una filiale della Banca d’Italia, dove per qualche tempo lavorò anche mia figlia, attorno al 2018. Al CIM si vendevano 33 giri a buon mercato, talvolta di marche sconosciute. Lì acquistai il primo disco di Sibelius, di una marca mai sentita prima, SAGA (Distribuzione SAAR Milano). Sull’etichetta interna c’era scritto ‘International Joker Production’. Alexander Gibson dirigeva The Scottisch National Orchestra (Sponsored by the Peter Stuyvesant Foundation), eseguendo la Sinfonia n. 3 in do maggiore op. 52 e La Sinfonia n. 7 in do maggiore. Acquistai quel disco non tanto perché cercavo ‘quelle’ sinfonie, ma perché era l’unico di Sibelius che avevano al CIM e costava poco, attorno alle 800 lire (i dischi Deutsche Grammophon, oggetti del desiderio impossibile, costavano ad esempio attorno alle 5000 lire). Il disco recava la segnatura SM 1155, le note sul retro di copertina in inglese erano di Robert Layton, la produzione di Michael Williamson. La fotografia di copertina riproduceva un paesaggio naturale senza didascalia, ma con la dicitura ‘Cover of the Finnish Travel Information Bureau’, ciò che lascia supporre che riproducesse un paesaggio finlandese. La Sinfonia n.3 mi piacque subito molto, soprattutto il primo movimento e iniziai ad ascoltarla ossessivamente. L’inizio era assai brillante con un ribattuto degli archi che evocava qualche danza popolare indefinita. Nel proseguimento, la sinfonia perdeva forse un po’ d’interesse, perché meno briosa, anche se si ascoltava volentieri. Al contrario, il ‘retro’ del disco, con la Sinfonia n.7, era molto ostico all’ascolto. Nonostante avessi iniziato ad ascoltarlo con insistenza convinto che alla fine ‘mi sarebbe dovuto piacere’, non ci capivo nulla. Inoltre il fatto che la Sinfonia n. 7 fosse in un unico movimento confondeva assai le mie abitudini. In quel tempo pensavo che qualsiasi pezzo mi ‘dovesse piacere’ se ascoltato più volte e assimilato, ma questa mia certezza fu messa in dubbio, perché l’ascolto di quella Sinfonia mi lasciava piuttosto freddino, cioè non c’era nessun motivo musicale che rimanesse impresso.

Decisi quindi che era indispensabile acquistare i dischi con tutte le sinfonie di Sibelius e dopo un certo periodo di travaglio, motivato anche dal desiderio di coniugare rapporto qualità-prezzo, acquistai un po’ alla volta i dischi della serie Decca-Eclipse, che erano di costo medio-abbordabile e buona qualità, oltre che piacevole fattura per quanto riguarda la presentazione del prodotto e le foto di copertina. Questa scelta mi portò quindi ad avere un ‘doppione’ della Terza e Settima sinfonia, ma a quel punto poco importava. Sinceramente molti dei dischi che acquistavo poi non li ascoltavo neanche: faceva parte di un collezionismo di moda che portava ad acquistare molti dischi e talvolta neanche togliergli il sigillo. I dischi delle sinfonie di Sibelius li ascoltai quindi solo in parte all’inizio. Mi lasciarono piuttosto perplesso le sinfonie n.4, n.6 e, come già detto, la n.7.

Tutta la serie Decca-Eclipse della sinfonie di Sibelius era eseguita dalla London Symphony Orchestra diretta da Anthony Collins; erano cinque dischi nei quali oltre le sinfonie erano compresi altri pezzi. Questo l’elenco:

-ECS 591 Sinfonia n. 1, Suite da Pelléas et Mélisande

-ECS 582 Sinfonia n. 2, La figlia di Pohjola

-ECS 603 Sinfonia n. 6 e n. 7

-ECS 604 Sinfonia n. 3 e 4.

-ECS 605 Sinfonia n.5, Karelia Overture, Cavalcata notturna e alba

La serie era integrata da:

-ECS 656 Quattro leggende Lemminkäinen, con Danish State Radio Symphony Orchestra, diretta da Thomas Jensen

Sulle copertine stranamente c’erano tutte immagini di paesaggi inglesi, la qual cosa era abbastanza curiosa, quasi che Sibelius fosse considerato di casa in Inghilterra. Le note di copertina erano anonime ma con la sigla ‘© 1971, The Decca Record Company Limited, London’, poi © 1972 e 1973. Ma chi ne sarà stato l’autore? Forse Gilbert Burnett che firmava le note del primo disco della serie? In compenso c’era il nome del fotografo di tutte le immagini di copertina ‘Tom Wright’, quindi sembrava quasi che il ‘fotografo fosse più importante di musicologo’.

C’erano anche lunghe didascalie che indicavano i luoghi raffigurati nelle immagini:

Sinfonia 1. Tarn Hown (Lancashire)

Sinfonia 2. Esthwaite Water (Lancashire)

Sinfonia 3, 4. Yewdale (Lancashire)

Sinfonia 5. Gowbarrow (Lake district)

Sinfonia 6,7 Langdale (Westmoreland)

Lemminkäinen. King’s How (Cumberland) Photo by W.F. Davidson, Penrith

(Continua…)

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