La musica da camera

La musica da camera
di Satu Jalas

Sibelius cercava i motivi dei suoi lavori sinfonici elaborandone gli elementi nelle composizioni più piccole. Nonostante ciò non troviamo mai dei temi musicali trasferiti completamente da una composizione all’altra ma soltanto dettagli – come una progressione o una conseguenza di accordi o di intervalli. Nei pezzi cameristici si limitò ad usare esclusivamente il pianoforte, il violino, il violoncello e la voce umana: la grande parte di essi fu scritta nei periodi di preparazione di una nuova sinfonia – di carattere diverso dalla precedente, come per esempio tra la Quarta e la Quinta sinfonia, oppure dopo la Settima, evidentemente in preparazione dell’Ottava la quale non venne mai alla luce perché dopo molti anni di travaglio, che spiega anche il lungo silenzio di Sibelius dopo gli anni ’30, egli ne distrusse il materiale. Mio nonno diceva che prima di iniziare qualsiasi tipo di composizione, bisogna decidere il tipo di atmosfera che si vuole dare al brano: questa può essere una ragione per cui Sibelius ha raggruppato i numeri delle sue opere con una logica non sempre cronologicamente coerente all’epoca in cui sono state composte. Nelle sue composizioni sinfoniche ogni strumento ha dei passi solistici che sono ispirati soprattutto dai suoni percepiti durante le sue lunghe passeggiate nella Natura.
Nei suoi numerosi Lieder egli dava molta importanza all’interpretazione secondo il registro ed il timbro della voce. Nonostante Sibelius dicesse di non amare particolarmente il pianoforte, scrisse un vastissimo numero di composizioni per questo strumento. Il violino era il suo strumento preferito, con il quale egli nella sua gioventù passò intere giornate nei boschi oppure vicino al mare o ai laghi, e io ho la fortuna di poter cercare i suoni proprio con lo stesso strumento che egli mi donò quando non poté più suonarlo.
Sibelius amava l’Italia e fece numerosi viaggi nelle varie regioni, dove cercava dei contatti sia con le persone dell’ambiente artistico sia nella Natura. Non abbiamo notizie riguardo un incontro con Ottorino Respighi in Italia, ma nell’ottobre 1933 Respighi era in Finlandia per concerti e per la rappresentazione della sua opera Maria Egiziaca, tradotta in finlandese. Egli si appassionò allo studio di questa lingua, e si dedicò con entusiasmo a studiare l’epopea finnica del “Kalevala”. La signora Elsa Respighi racconta come in quei giorni suo marito fece una visita a Sibelius nella sua villa “Ainola”, e venne accolto dal collega con grande cordialità. «Sibelius mostrò piena conoscenza dei lavori di Respighi e gli citò molti particolari di diverse sue partiture. Si intesero subito i due maestri e la conversazione fu quanto mai interessante e cordiale». È comunque interessante osservare l’atmosfera completamente diversa fra la Sonatina op. 80 di Sibelius, del 1915, e la Sonata di Respighi, del 1917, ambedue composte durante la Prima guerra mondiale.

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